La seconda guerra mondiale
fu il conflitto armato che tra il 1939 e il 1945 vide contrapporsi da un lato le potenze dell’Asse e dall’altro i paesi Alleati. Viene definito “mondiale” in quanto, così come già accaduto per la Grande Guerra, vi parteciparono nazioni di tutti i continenti e le operazioni belliche interessarono gran parte del pianeta.
Iniziò il 1º settembre 1939 con l’attacco della Germania nazista alla Polonia e terminò, nel teatro europeo, l’8 maggio 1945 con la resa tedesca e in quello asiatico il successivo 2 settembre con la resa dell’Impero giapponese a seguito dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki.
È considerato il più grande conflitto armato della storia, costato all’umanità sei anni di sofferenze, distruzioni e massacri per un totale di 55-60 milioni di morti. Le popolazioni civili si trovarono direttamente coinvolte nel conflitto a causa dell’utilizzo di armi sempre più potenti e distruttive (spesso deliberatamente adoperate contro obiettivi non militari) o perché invise all’occupante: ad esempio il Terzo Reich portò avanti con metodi ingegneristici l’Olocausto per annientare le genti di origine o etnia ebraica, (affiancando a questo sterminio l’uccisione in massa di Rom, Sinti, omosessuali, Testimoni di Geova, polacchi, portatori di disabilità, infermi, ecc.), mentre gli Alleati bombardarono intensivamente con l’aviazione le città più grandi dello schieramento opposto.
Al termine della guerra l’Europa, ridotta ad un cumulo di macerie, completò il processo di involuzione iniziato con la prima guerra mondiale e perse definitivamente il primato politico-economico mondiale, che fu assunto in buona parte dagli Stati Uniti; a essi si contrappose l’Unione Sovietica uscita vincitrice dal conflitto e il confronto tra le due superpotenze si sviluppò per oltre quarant’anni nello scenario noto come “guerra fredda”.
Germania
Il durissimo trattamento subìto in seguito alla sconfitta nella prima guerra mondiale in base a quanto stabilito dal Trattato di Versailles (Dolchstoßlegende), le successive difficoltà economiche, aggravate dalla crisi mondiale del giovedì nero, causarono un profondo malcontento nel popolo tedesco e favorirono la diffusione delle idee nazionalsocialiste di Adolf Hitler e del suo movimento politico. Dopo una rapida ascesa politica, il movimento nazista prese le redini del potere in Germania, assumendo il controllo totale dello Stato. La politica estera hitleriana divenne via via sempre più aggressiva: ignorando i vincoli imposti dal trattato di Versailles, nel corso di pochi anni venne riarmato l’esercito, il 7 marzo 1936 fu rimilitarizzata la zona di confine con la Francia (la Renania), il 12 marzo 1938 fu sancita l’annessione dell’Austria (Anschluss); con la Conferenza di Monaco, il 1º ottobre 1938, venne annessa la regione dei Sudeti e, il 13 marzo 1939, quella di Boemia e Moravia, costituita in protettorato, entrambe le regioni rappresentando la parte occidentale della Repubblica cecoslovacca che cesserà di esistere per l’intero periodo della guerra.
Poco prima dell’inizio del conflitto, il 23 agosto 1939, la Germania aveva stipulato un patto di non aggressione (Patto Molotov)con l’Unione Sovietica, mentre ripresentava le sue pretese territoriali su parte della Polonia (il corridoio di Danzica). La Polonia rigettò tali pretese e la Germania, il 1º settembre 1939, la invase con un pretesto, il cosiddetto incidente di Gleiwitz.
Italia
In Italia il 30 ottobre 1922 era salito al governo Benito Mussolini. Con questo il 2 ottobre 1935 prese il via la campagna d’Etiopia. Il 9 maggio 1936 venne proclamato l’Impero. Il 7 aprile 1939 l’Italia occupò l’Albania e due giorni dopo ne sancì l’annessione. Nonostante la tensione tra Italia e Germania creatasi al momento dell’annessione dell’Austria, nel maggio 1939 Mussolini strinse il “Patto d’acciaio” con la Germania, per poi dichiararsi, allo scoppio del conflitto, non belligerante. Nel ventennio si fece promotore di un blocco latino che, all’interno dell’Asse, si contrapponesse alla Germania nazista per equilibrare i rapporti di forza.
Giappone
L’Impero giapponese invase la Cina nel settembre del 1931, usando la messa in scena del sabotaggio ferroviario di Mukden come pretesto per l’invasione della Manciuria. Anche se il governo giapponese si oppose all’azione, l’esercito fu in grado di agire in maniera indipendente e instaurò un governo fantoccio, creando uno Stato separato: il Manciukuò.
In tutti i 6 anni che, prima dello scoppio del conflitto, videro Hitler cancelliere della nazione tedesca, egli lanciò numerose sfide a Francia e Regno Unito, i vincitori della prima guerra mondiale. La Grande Guerra, costata 2 milioni di soldati morti ai tedeschi e 3 agli anglo-francesi si era conclusa con la firma del trattato di Versailles che conteneva punizioni estremamente dure per i tedeschi: cessione dell’Alsazia-Lorena alla Francia e di vaste zone orientali alla Polonia, smantellamento dell’aviazione, divieto di possedere mezzi corazzati in un esercito di non più di 100.000 effettivi, consegna della flotta e un risarcimento di 132 milioni di marchi in oro. Condizioni estremamente punitive per una nazione che, all’11 novembre 1918 aveva le sue truppe ancora attestate nel territorio francese e che contribuirono a creare il mito secondo cui a far perdere la guerra all’impero sarebbero stati pochi “traditori” non nazionalisti (è il mito della cosiddetta “pugnalata alle spalle”), contro i quali Hitler e il suo NSDAP (Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori) promettevano di vendicarsi una volta saliti al potere, cosa che avvenne nel 1933. L’anno dopo, con la morte del cancelliere, l’anziano maresciallo Paul von Hindenburg, Hitler assunse poteri dittatoriali.
Hitler e Mussolini in parata a Monaco di Baviera dopo i famosi accordi del 1938.
Cominciarono subito reiterate violazioni della pace del 1919: in primo luogo, dopo l’uscita della Germania dalla Società delle Nazioni, antesignana dell’ONU, nel 1935 fu reintrodotta la coscrizione obbligatoria e venne posta al comando di Hermann Goring una nuova forza aerea, la Luftwaffe. Successivamente, al comando di poche, simboliche forze, Hitler rioccupò nel 1936 la smilitarizzata Renania e cominciò a formarsi un sodalizio con l’Italia quando questa, isolata dagli ex alleati durante la guerra d’Etiopia, si riavvicinò alla Germania, sfruttando anche la comunanza ideologica (il nazismo aveva preso molto dal fascismo: il saluto romano e la creazione di veri e propri “eserciti di partito”, come le SS, a modello delle Camicie Nere italiane sono i due esempi più significativi). Questo ottimo rapporto tra i due regimi fu cementato prima dall’intervento comune a favore di Francisco Franco durante la guerra civile spagnola, in cui i tedeschi sperimentarono il bombardamento a tappeto di varie città, come Guernica, e, successivamente, dalla firma, il 25 ottobre 1936, dell’asse Roma-Berlino, preludio all’alleanza militare.
il successivo obiettivo dei tedeschi fu la Polonia. Il trattato del 1919 aveva separato dal resto della Germania la regione della Prussia orientale, circondata da territorio polacco. Hitler reclamò allora la restituzione della città di Danzica e del territorio ad essa vicina, il “corridoio polacco”. A causa del cambio di rotta delle diplomazie occidentali, che divennero fermamente decise a ostacolare questo passo di Hitler, la Polonia rifiutò. Inglesi e francesi credevano di aver fermato definitivamente l’espansione nazista, contando anche sull’appoggio dell’Unione Sovietica in caso di invasione tedesca della Polonia. Ma il governo tedesco rispose con un abile colpo diplomatico (dopo aver già firmato un’alleanza con l’Italia, il “Patto d’Acciaio”): il 24 agosto 1939 il ministro dell’esteri russo, Vjačeslav Michajlovič Molotov, e quello tedesco, Joachim von Ribbentrop firmarono un patto di non aggressione tra le due nazioni della durata di dieci anni, il patto Molotov-Ribbentrop. Un protocollo segreto dell’accordo divideva l’Europa orientale in due sfere d’influenza, lasciando mano libera all’URSS sulle repubbliche baltiche e in Finlandia, e prevedeva una spartizione della Polonia, dando mano libera a Hitler per lanciare l’offensiva. Il 1º settembre, alle 4 del mattino, le truppe tedesche attraversavano la frontiera polacca, e due giorni dopo Francia e Gran Bretagna dichiaravano guerra alla Germania. Era iniziata la seconda guerra mondiale.