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Attraverso i punti elaborati precedentemente, e’ chiaro che stiamo cercando di introdurre in un sistema sociosanitario scarsamente abituato ad essere monitorato e modificato sulla base della qualita’ dei servizi erogati e sulla base non delle “valutazioni” che non siano economiche ed amministrative ma che siano valutazioni provenienti dai pazienti stessi.
Un sistema invece basato sui valori significa stravolgere l’attuale modello passivo e scarsamente umanizzato.
Il punto di partenza e’ la valutazione del servizio (7.6.1) da parte del paziente…non solo con i tradizionali feedback di soddisfazione compilati da pochi e coraggiosi pazienti alla fine del loro percorso di cure, ma un servizio di valutazione in tempo reale di tutte le fasi della presa in carico, dall’accoglienza, alle visite, al termine del ciclo di terapie o controlli.
Sulla base di questo modello di verifica costante dell’efficacia di ogni passaggio, il sistema stesso deve essere cosi’ flessibile da modificare i propri comportamenti sulle esigenze del paziente, e controllare la sua migliorata funzionalita’. Un sistema quindi resiliente e proattivo
Il passaggio obbligato quindi e’ l’uso della tecnologia “social” per intercettare la reputation sociosanitaria di prestazioni e singoli erogatori dei servizi di assistenza ai cittadini.
E naturalmente il coinvolgimento attivo di tutti gli stakeholders che ruotano intorno al paziente: dalla farmacovigilanza che deve intercettare i dati relativi all’efficacia delle medicine utilizzate dal paziente valutandone il risultato, dalla carta dei diritti e dei doveri che deve essere lo strumento per rispondere alla flessibilita’ del modello, all’area ricerca e sviluppo che puo’ attingere ai dati per migliorare le funzionalita’ e la flessibilita’ del modello di presa in carico.
I followup sono il mezzo per monitorare in tempo reale il livello di soddisfazione (ben lontani dal semplice questionario di gradimento utilizzato da pochi solo alla fine del percorso di cura, quando ormai un danno e’ stato fatto e non e’ piu’ possibile intervenire) e l’aderenza alle terapie.
Servono quindi nuove priorita’ di interventi, che devono coinvolgere la stessa organizzazione interna ad ospedali e strutture sanitarie, e che devono essere implementate negli atti aziendali e nei piani strategici.