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Per poter predisporre, oggi nel 2022, un sistema sociosanitario regionale efficace per i prossimi decenni, non possiamo non tenere in forte considerazione i dati di sviluppo sociodemografico elaborati dai maggiori centri di ricerca e statistica nazionale, in modo da poterci avvicinare ad un modello resiliente e reattivo verso i nuovi bisogni di salute.
Secondo il documento OMS Salute 2020, per ottenere un’assistenza di elevata qualità e migliori risultati di salute, i sistemi sanitari dovrebbero essere sostenibili dal punto di vista finanziario, coerenti con gli scopi dichiarati, centrati sulla persona e basati sulle evidenze.
Tutti i paesi devono necessariamente adattarsi ai cambiamenti demografici e alle variazioni delle tipologie di malattia, attraverso una rimodulazione dei sistemi di assistenza sanitaria, al fine di dare priorità soprattutto alla prevenzione, promuovere il miglioramento continuo della qualità e l’erogazione di servizi integrati, garantire la continuità delle cure, e puntare ad una assistenza che sia prestata il più vicino possibile al domicilio del paziente, salvaguardando la sicurezza e il rapporto costo-efficacia, il tutto naturalmente in una ottica di sostenibilità economico-finanziaria.
L’approccio e’ quello di promuovere azioni politiche per la realizzazione di ambienti che favoriscano sani stili di vita e la coesione sociale, interventi per il benessere della prima infanzia, dei giovani e degli anziani, favorendo interventi che siano in grado di proteggere e promuovere la salute, che garantiscano attenzione ai gruppi più fragili e consolidino il senso di appartenenza alla comunità locale.
La disuguaglianza nutrizionale dovrebbe essere vista come una componente del problema della disuguaglianza sanitaria complessiva e quest’ultima dovrebbe costituire oggetto dell’attenzione prioritaria della politica sanitaria pubblica.
Lo scopo è un cambio di paradigma, che sposti l’attenzione iniziale dai fattori di rischio ai loro determinanti, cercando di andare alla radice degli effetti osservabili, con lo scopo di identificare le cause sulle quali più efficacemente si può operare per promuovere la salute, in contrasto delle patologie generate da errati stili di vita dei cittadini (Non Communicable Disorders, NCD).
Ogni comunità, insieme all’azienda sanitaria locale e agli studi epidemiologici del territorio, deve definire con precisione gli obiettivi di salute che si ripropone di perseguire.
Tendenze previste:
INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE
AUMENTO MALATTIE CRONICHE/DEGENERATIVE
AUMENTO DELLA COMORBILITA’/FRAGILITA’
RIDUZIONE DELLE CURE PER INSOSTENIBILITA’ ECONOMICA
Dettagli da fonti Istat e altre:
– Natalità zero e aumento dell’immigrazione
– Aumento del peso sociosanitario degli over-65 (fino al 34% dell’intera popolazione italiana), +70,7% nel confronto 2005-2050
– Incremento della vita media (84 anni uomini e 89 anni donne nel 2050), con crescita in modo costante, ma con peggioramento della qualità della vita in età più avanzata (condizioni di comorbilità) >>> ne consegue una revisione dei modelli di consumo, ma anche una accresciuta domanda di assistenza sociale per gli anziani non autosufficienti e per i pazienti cronici..
– Principali cause di morte (63%): neoplasie maligne e malattie cardiovascolari >> ne consegue una urgente attenzione ai fattori protettivi/predittivi e a politiche sociosanitarie di prevenzione ed educazione sanitaria.
– Principale disabilita’: depressione, superiore ad Alzheimer e consumo di alcool.
– Aumento epidemia da obesità.
La nuova frontiera ed il modello che meglio potrebbe rispondere alla nuova domanda di salute (espressa ed inespressa) e’ la P4 MEDICINE, con particolare riferimento alla medicina predittiva, che grazie alla diffusione sempre più completa dei big data sociosanitari e all’evoluzione delle reti di intelligenza artificiale, sarà sempre più vicina ad emettere una diagnosi (iniziando da una casistica molto complessa di indici di probabilità statistica) prima dell’insorgere dei sintomi più evidenti di malattia (sequenziamento dna, biologia molecolare, identificazione fattori scatenanti alla semplice predisposizione genetica).
L’innovazione è fondamentale per lo sviluppo della salute, e l’innovazione della salute coincide con un’innovazione nell’assistenza sanitaria ad ogni livello: per l’OMS l’innovazione sanitaria è un approccio mediante il quale politiche e sistemi sanitari, servizi e metodi di distribuzione, nuovi o esistenti, vengono sviluppati per aggiungere nuovo valore all’assistenza preventiva, promozionale, terapeutica e riabilitativa, con particolare attenzione ai bisogni delle popolazioni vulnerabili nel contesto della copertura sanitaria universale.
Il modello si sposterà verso la medicina evidence-based sistemica, e sarà richiesta una ristrutturazione completa sia delle modalità di presa in carico delle persone, e sia l’organizzazione dei servizi territoriali sempre più integrati con il domicilio e con le nuove tecnologie (non solo wereable) per il monitoraggio a distanza.
– Aumento della terapia genica, miglioramento dei farmaci biotecnologici (a bersaglio molecolare) e diminuzione degli interventi chirurgici.
– Tendenza alla cura personalizzata (PRECISION MEDICINE) attraverso biosensori, impianti bionici, trasmissione dati personali biometrici in centri di analisi ed assistenza automatizzata .
– Nuove frontiere della genetica: diagnosi genetiche predittive pre-post natali, terapia genica fetale, possibilità di discernere in una persona attualmente presintomatica e perfettamente sana, un’alterazione genetica che svilupperà le sue potenzialità patologiche in tempo successivi.
– Forte aumento della componente tecnologica in sanità, con avvio della telemedicina, della ospedalizzazione a domicilio, di soluzioni a basso costo di telediagnosi e telemonitoraggio (anche predittivo e preventivo) grazie a dispositivi biometrici indossabili, robotica riabilitativa e nanodispositivi, oltre a nuovi dispositivi diagnostici.
Da non sottovalutare anche le nuove tecniche microinvasive e la chirurgia robotica, già utilizzate in diversi ospedali, facilitate dall’applicazione del modello dell’health tecnology assessment.
– Potenziamento dei servizi territoriali e trasformazione del medico di base in “disease manager”, con diagnosi assistita da computer connessi a sistemi deep learning di sanità globale.
– Nuove figure professionali che integreranno i nuovi processi di cura, assistenza, educazione preventiva e presa in carico dei pazienti temporaneamente malati.
– Nuovi team multidisciplinari dinamici, per rispondere alle esigenze specifiche di uno o piu’ malati. Allocazione degli erogatori di prestazioni in base a sistemi di valutazione delle performances, nonchè dell’efficacia delle cure e della qualità.
Dovrà inoltre essere dedicata una forte attenzione alla gestione preventiva del disagio psichico, in quanto la salute mentale rappresenta un bisogno inespresso di assistenza/cura e lo sarà ancora di più nel prossimo futuro.
In particolare per tutto ciò che riguarda la fragilità in età avanzata.
OBIETTIVO 2023: riorganizzare il sistema sanitario non solo per migliorare l’allocazione delle risorse e l’efficacia delle prestazioni, ma predisporsi per un modello sanitario predittivo, preventivo, partecipativo e personalizzato.
L’Ocse stima che la speranza di vita media potrebbe crescere di due anni se le risorse economiche destinate alla sanità venissero utilizzate più efficientemente (HealthCare Systems: Efficiency and Institutions”, OECD Economics Department Working Paper no.769, 2010).
IL NUOVO BISOGNO DI SALUTE
L’evoluzione della medicina e dei sistemi sanitari nei paesi economicamente più sviluppati, con l’introduzione di tecnologie e di trattamenti sempre più complessi e sofisticati, ha fatto si che da parte dei cittadini vi sia una sempre maggiore attenzione alle risposte fornite ai loro bisogni di salute.
Ed è cresciuta generalmente la disponibilità a spostarsi verso quei centri dove si ritiene possano essere erogate le prestazioni di più alto livello qualitativo. Insieme al miglioramento del tenore di vita della popolazione, vi è stato un aumento della speranza di vita, dell’età media della popolazione, e quale conseguenza, un incremento della popolazione anziana e di patologie croniche, spesso associate tra loro, con evidenti difficoltà nella loro gestione globale e territoriale.
ASSOCIAZIONE TRA BENESSERE ED AMBIENTE
Questo stretto rapporto era già noto dal 1986, quando la Carte di Ottawa affermava che i legami inestricabili tra le persone ed il loro ambiente sono alla base dell’approccio socioecologico della salute.
Il rapporto uomo-ambiente.salute rappresenta le fondamenta della riforma del sistema sociosanitario regionale.
Se non affrontiamo i determinanti sociali ed ambientali delle diseguaglianze sanitarie e come la natura influenzi ambiti importanti della nostra vita (benessere psicologico, salute fisica, aspetti sociosanitari, condizioni di vita e residenza, ecc) non possiamo valutare con la giusta attenzione i bisogni di salute del prossimo futuro, sui quali decostruire e ricostruire le strutture e i servizi di assistenza e cura.
Il contatto con la natura ha un impatto positivo su patologie cronico-degenerative, ma anche la valutazione epidemiologica ambientale di tutti i fattori scatenanti, velocizzanti o protettivi delle principali patologie (dall’esposizione costante a diversi tipi di inquinanti, al tipo di attività fisica e sportiva quotidiana, al tipo di alimentazione seguita) influiscono e influenzano pesantemente l’omeostasi degli individui.
E anche la predisposizione a determinate malattie o patologie.