Ascoltare, parlare e scrivere

28 Scrivere con l’IA

Manuel Gentile e Giuseppe Città

Da tempo siamo abituati a scrivere attraverso il computer e i software dedicati che vanno sotto il nome di word processor (ad esempio, Microsoft Word, Google Docs, Pages, LibreOffice), sfruttando i suggerimenti grammaticali forniti da questi strumenti. Alzi la mano chi non è mai stato salvato da questi strumenti da errori clamorosi 🙂

Ma la trasformazione indotta da questi strumenti non si limita alla correzione di alcuni refusi; è stata molto più profonda e ha portato a un modo diverso di scrivere. La scrittura digitale ci permette di tornare su ciò che abbiamo scritto e di modificarlo per esprimere in modo più efficace ciò che vogliamo trasmettere.

Usando parole un po’ più tecniche, siamo passati da un approccio lineare alla scrittura lineare a un processo iterativo. Secondo studi recenti, la trasformazione del processo di scrittura indotta dagli strumenti digitali ha migliorato notevolmente la qualità dei testi prodotti.

Scrivere nell’era dell’IA

In ogni caso, il processo di evoluzione della scrittura e delle relative forme di pensiero non si è fermato. Negli ultimi anni, con l’esplosione dell’intelligenza artificiale, ha subito una notevole accelerazione.

Strumenti come Grammarly, Wordtune, Ludwig, ProWritingAid e così via sono progettati non solo per fornire una correzione grammaticale del testo. Essi supportano l’utente durante l’intero processo di scrittura, stimolando il miglioramento dello stile di scrittura, controllando il plagio e altro ancora.

Riconoscere che il mondo della scuola non può essere immune da tali innovazioni è banale. Ciò è confermato dal crescente numero di interventi educativi proposti in letteratura e progettati per sfruttare tali software. Alcuni studiosi propongono di utilizzare questi strumenti per lavorare sulle competenze degli studenti nell’utilizzo di fonti di informazione esterne, per sviluppare adeguate capacità di parafrasi che possano evitare problemi di plagio.
Molti di questi strumenti possono supportare l’insegnante nella valutazione dei testi prodotti dagli studenti, fornendo un’analisi tempestiva dei punti di forza e di debolezza dei singoli studenti. Inoltre, questi strumenti permettono allo studente stesso di autovalutare le proprie capacità di scrittura, consentendo così processi metacognitivi e accelerando l’apprendimento.

Non è tutto oro quel che luccica…

Chiaramente, non si tratta di innovazioni prive di potenziali problemi. In primo luogo, avrete probabilmente capito che alla base di tutti questi meccanismi di deep learning ci sono i dati di partenza su cui vengono costruiti i modelli. Dati di addestramento limitati o errati potrebbero causare distorsioni significative. Inoltre, è probabile il rischio di una generale omogeneizzazione dei testi prodotti/attesi da questi strumenti. Ciò potrebbe determinare una conseguente limitazione (o penalizzazione, nel caso della valutazione) della creatività degli studenti. Infine, questi strumenti sono principalmente limitati alla gestione della lingua inglese; quindi, nel dominio della L2 possono essere utilizzati contesti non anglofoni. Detto questo, la velocità dell’innovazione è tale che presto vedremo emergere strumenti simili per lingue diverse dall’Inglese.

Uno sguardo al futuro

Uno dei principali processi cognitivi legati al processo di scrittura è il recupero dalla memoria a lungo termine di quelle informazioni necessarie per completare il messaggio che vogliamo esprimere. È facile ipotizzare come questi strumenti supporteranno anche questo processo, consentendo un accesso immediato e semplificato a una “memoria” molto più ampia della nostra.

Infine, gli enormi progressi nei processi di generazione del testo lasciano presagire un futuro in cui questi strumenti potranno supportare il processo di scrittura in una forma molto più attiva.

Il modo in cui scriviamo i testi probabilmente cambierà ulteriormente in forme che non possiamo ancora immaginare. Tuttavia, la sfida rimarrà sempre la stessa: saper usare consapevolmente gli strumenti a nostra disposizione e adattare di conseguenza il nostro modo di insegnare. Siete pronti?

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